Delalot

Precedentemente nota come Champagne Eliane Delalot, dal nome della madre di Jérôme Lefèvre, la tenuta si è evoluta per rafforzare la propria identità, pur mantenendo i propri valori. I vigneti si estendono sulle colline di Charly-sur-Marne, Saulchery e Mont de Bonneil, nella valle della Marna, una regione rinomata per i suoi grandi vini di Pinot Meunier.

Jérôme coltiva le sue vigne in modo biologico, nell'ambito di un approccio globale che riguarda tanto il giardinaggio quanto la viticoltura. Il vigneto di 1,45 ettari è lavorato interamente a mano. La copertura erbosa è totalmente autoctona, il terreno viene lavorato solo con la trazione animale e viene regolarmente pacciamato, per garantire un approccio estremamente delicato senza l'uso di fertilizzanti. Il team si prende cura delle piante senza l'uso di prodotti chimici, utilizzando solo piante. I tagli vengono rimossi a mano per evitare di doverli rifilare. Questo approccio rispettoso è in vigore dal 2010. Il lavoro in cantina ne è un'estensione, con lunghe fermentazioni e talvolta lunghissime maturazioni in botte. Le bottiglie vengono agitate e vestite a mano. Ogni bottiglia viene maneggiata almeno 40 volte dall'enologo.

Ma il lusso di questa tenuta è anche la sua rarità. A causa delle dimensioni dei suoi appezzamenti, produce solo micro-cuvée, che vengono numerate a mano. Del rosé de saignée Illuminations e del blanc de noirs Pléiades, ad esempio, vengono prodotte solo 1000 bottiglie, mentre delle annate vengono prodotte 900 bottiglie, tappate a mano. Il lavoro di un artista coscienzioso!